Renzi trascina l’Italia in guerra

Non è un incubo, è la realtà: il governo italiano sta preparando l’invasione della Libia.

Dopo l’invio dei droni armati, ora l’annuncio che sono in partenza 30 “incursori”, corpi speciali con licenza di uccidere e garanzia di impunità in caso di reati commessi durante la missione.
Poi seguirà l’intervento dell’esercito: 3mila uomini? 5mila? Si vedrà. Intanto prosegue a ritmo serrato la corsa agli armamenti con cui sostenere l’aggressione.

Renzi ha già spiegato il piano: “riscrivere la geografia della Libia”, ricolonizzarla, spartirla e dividerla in tre protettorati: la Tripolitania all’Italia, la Cirenaica  alla Gran Bretagna, il Fezzan alla Francia: ad ognuno il suo pezzo da sfruttare, a ognuno la sua porzione di affari.

Si capisce la reazione dello stesso governo di Tripoli che ha avvisato l’Italia: “ogni azione unilaterale e non concordata si trasformerebbe da battaglia contro il terrorismo in palese violazione della sovranità nazionale”.

Ma Renzi tira dritto: non c’è diritto internazionale che tenga e la Costituzione Italiana, il suo perentorio ammonimento a ripudiare ogni guerra di aggressione, sono ormai carta straccia. Sarà direttamente la Presidenza del consiglio a regolare il ritmo dell’escalation militare.

La lotta all’Isis è ormai una foglia di fico che non riesce a nascondere l’obiettivo di una guerra per il potere e per gli affari, una guerra che non stabilizzerà alcunché, come hanno dimostrato i conflitti scatenati in Iraq, in Afghanistan, in Siria e nella Libia stessa. E i disastri umani, sociali e politici che ne sono seguiti.

La nuova avventura militare, con l’Italia questa volta in prima fila, porterà nuovo alimento al brodo di cui si nutre l’Isis che mieterà facili consensi fra la popolazione e nel mondo islamico e si può essere certi che il reclutamento terroristico troverà nuove orecchie ricettive.

Intanto, l’intero mondo islamico guarda con sgomento al modo infame con cui l’Europa sta trattando i profughi che fuggono dalle città e dai paesi ridotti in macerie dai bombardamenti incrociati che hanno per vittima designata e impotente la povera gente che ha perso tutto e non ha più un posto dove stare.

Solo i ciechi non vedono che questa giostra criminale porta fatalmente al comune disastro.

Fermare ad ogni costo questa folle compulsione guerrafondaia è il compito primario di ognuno.

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