Casa Boschi

Dopo l’osceno tentativo del signor Renzi di iscrivere Enrico Berlinguer fra i sottoscrittori dello sventramento costituzionale, ecco irrompere sul mercato della falsificazione la signorina Boschi.
Questa volta, però, con un di più di ributtante volgarità, perché l’insulto, dal suo seno uscito nell’intervista televisiva a Lucia Annunziata, è stato rivolto ai partigiani e agli antifascisti dell’Anpi, che in centinaia di assise, nel loro congresso, hanno convintamente deciso, con una maggioranza schiacciante, di dire il loro forte “No” alla svolta autoritaria che il governo vuole imporre al paese attraverso la riforma istituzionale e la legge elettorale che consegnano ad una minoranza di voti, ad un partito e, in definitiva, ad un uomo solo tutto il potere, trasformando la democrazia parlamentare in una monarchia con i suoi riti plebiscitari.
La Boschi ha spiegato che “i veri partigiani”, a differenza della burocrazia dell’associazione partigiana, sosterranno la linea del governo.
La menzogna è, con tutta evidenza, plateale, ma ciò che colpisce è la totale falsificazione dell’epopea resistenziale, di quello straordinario sommovimento di popolo che ha portato alla cacciata dei nazisti, alla resa dei conti con il fascismo e alla trasformazione del vecchio stato liberale in una compiuta democrazia, alla rappresentanza proporzionale nel parlamento, alla divisione dei poteri, alla partecipazione dei lavoratori alla direzione del paese, posta come condizione di una radicale trasformazione dei rapporti sociali, al ruolo fondamentale dei corpi sociali intermedi come condizione dell’esercizio della sovranità popolare.
Per questo si sono battuti, armi in pugno, i partigiani.
Boschi di tutto ciò non sa nulla. Quella storia e quella tensione programmatica e morale le sono del tutto estranee. Per spacciare la sua moneta falsa la ministra pesca nel brodo dell’ignoranza, così profondamente penetrata in un corpo sociale sfibrato.
Contano poco e paiono francamente patetiche le proteste di Bersani, che mentre bacchetta gli sproloqui di Maria Elena assicura il suo sostegno alla manomissione della Costituzione.
Il Partito democratico, tutto quel partito, è oggi l’espressione più chiara di un blocco sociale dominante che vuole definitivamente scrollarsi di dosso ogni impedimento che possa ostacolare il proprio dominio di classe.
Non a caso, in questi giorni, insieme alle firme per un referendum che abroghi l’Italicum, la legge elettorale, si stanno raccogliendo quelle per cancellare lo sbancamento della scuola pubblica, dei diritti del lavoro, per impedire che continui la violenza sull’ambiente, il sequestro dei beni comuni per favorire interessi privati.

Questa è la posta che è in gioco. Questa è la battaglia che dobbiamo portare ovunque, in questi mesi decisivi.

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