Attentato del Pd ai beni e alla salute pubblica

Ora persino i duri di comprendonio dovrebbero capire a cosa servono la legge elettorale maggioritaria e la riforma del Senato: servono a consentire ad una minoranza assoluta del paese di concentrare tutto il potere nelle proprie mani e governare l’Italia senza l’imbarazzo di un’opposizione, ridotta, come lo stesso parlamento, ad una funzione ornamentale.

Il Pd, che pensa di mandare in porto il golpe, sa perfettamente cosa fare di questo potere. Lo abbiamo visto in questi tremendi anni in cui sono stati attaccati i diritti dei lavoratori, le pensioni, la scuola, la sanità pubblica.

In questi giorni il partito di cui Renzi è il proprietario sta compiendo altri due attentati alla salute pubblica, al patrimonio ambientale e al più insostituibile dei beni comuni: l’acqua.

Il 17 aprile si svolgerà il referendum per confermare o abolire la legge che consente le trivellazioni al di qua delle 12 miglia marine.
Il Pd ha prima negato l’unificazione della giornata elettorale con quella delle amministrative, poi, per sovramercato, ha invitato i propri aderenti a non recarsi alle urne. Chiaro l’obiettivo di non fare raggiungere il quorum necessario e invalidare il risultato del voto.
Il governo è criminalmente indifferente ai rischi di catastrofe ambientale connessi alle trivellazioni in mare.
Ricordate il disastro provocato nel Golfo del Messico dalla British petrolium, quando l’esplosione della piattaforma petrolifera provocò lo sversamento in mare di 800mila tonnellate di greggio che hanno causato gravi danni alla salute delle persone, all’economia di interi paesi costieri ed un ecatombe della fauna e della flora marina, con una compromissione di vastissime proporzioni della catena alimentare contaminata a lungo termine dagli idrocarburi?

Il secondo colpo il Pd lo ha assestato all’esito del referendum con il quale, nel 2011, 27milioni di italiani, vale a dire oltre il 95 % dei votanti aveva sancito inequivocabilmente il carattere pubblico e solo pubblico tanto delle reti idriche quanto della gestione di esse.

Con un colpo di mano, il Pd ha cambiato la proposta di legge che recepiva quell’impostazione, aprendo un’autostrada agli appetiti dei privati che si attendono grandi profitti dalla opportunità loro offerta di mettere le sgrinfie sulla gestione delle reti.

Così, anche l’acqua diventa un terreno di pascolo delle privatizzazioni, un bene che come ogni altra merce si acquista sul mercato.

Impediamo a questi predatori di fare altri danni.

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